Career Day sono diventati ormai una tradizione anche in Italia. Organizzati spesso dalle Università, rappresentano un’occasione unica per chi è in cerca di lavoro perché consentono un contatto diretto con i recruiter delle aziende. Un modo per farsi conoscere e al tempo stesso conoscere come si lavora sul campo, grazie ai tanti eventi collaterali. Nonostante siano uno strumento prezioso per la crescita professionale, emerge comunque un importante quesito di fondo, se i Career Day servono davvero a trovare lavoro.
Iniziamo con il dire che questo tipo di iniziative si rivolgono soprattutto ai giovani, intendendo con il termine tutti coloro che sono freschi di laurea o comunque, pur avendo accumulato un bagaglio di esperienze, non hanno superato i 30 anni. Non è una regola scritta, ma le esperienze insegnano che superata la soglia dei 30 i Career Day perdono gran parte della loro utilità ai fini della ricerca lavoro. Questo non significa però non partecipare, perché tutti a fine giornata si ritrovano ad aver imparato qualcosa. Ma solo se si affronta l’impegno con la giusta determinazione.
Lo scopo principale di quasi tutti quelli che vanno ai Career Day è lasciare il proprio curriculum vitae cartaceo ai responsabili Risorse Umane delle aziende, un modo per superare lo scoglio dell’invio telematico. Limitarsi però a distribuire il proprio Cv random agli stand riduce di molto l’utilità del tutto. Bisogna effettuare una selezione a monte, ma è importante vincere ogni tipo di timidezza e parlare con chi si trova dall’altra parte del varco, magari approfittando della possibilità di effettuare colloqui individuali.
Il colloquio assume qui un’importanza strategica fondamentale perché, data la massa di persone che di solito presenziano ai Career Day, le aziende sono alla ricerca di quel qualcosa in più che riesca a far spiccare una personalità prima ancora che un curriculum. Di gente che presenta referenze ce n’è in quantità, ma non è tanto il passato che interessa ai recruiter quanto la capacità di presentarsi e di mostrare la propria unicità. Esaltando le qualità ma senza negare le debolezze: mentire e millantare è la tecnica migliore per non avere successo in sede di colloquio, perché tutti i nodi prima o poi vengono al pettine.
Interagire e mettersi in gioco, come dicevamo, devono essere le parole chiave della giornata se vogliamo che il Career Day sia di qualche utilità. Oltre gli stand super-affollati delle aziende esiste anche un mondo fatto di simulazioni, tavole rotonde, workshop e in generale iniziative collaterali che spesso si dimostrano più interessanti ai fini della ricerca di lavoro. Inutile quindi perdere tempo a girare e rigirare a vuoto, meglio sedersi a qualche presentazione e capire come funziona sul campo un’azienda. Risulta essere bene infine sapere che i risultati del Career Day non si vedono dopo pochi giorni, quindi non disperate se non ricevete chiamate nell’immediato: il profilo giusto al momento giusto non sfugge mai alle aziende.