In tempi in cui in cui si parla di cross saving come fosse ormai la norma, di aumenti bloccati e budget aziendale “congelato”, sono in molti a temere di chiedere di più, soprattutto quando l’aria che tira si rifà a frasi come “sei già abbastanza fortunato ad avere un lavoro, cosa vuoi di più?”.
Questo atteggiamento arrendevole nuoce alla nostra identità di persone e lavoratori!
Per fortuna oggi sono tante le aziende che mettono al primo posto le persone in qualità di “risorse”.
E, tra il concedere un aumento e il dover piuttosto rinunciare ad un dipendente valido, scelgono sicuramente di assecondare, laddove possibile, la richiesta di un aumento.
Se l’azienda in cui lavorate proprio non può venirvi incontro sul fronte economico, potreste provare a chiedere ad avanzare delle richieste diverse.
Ecco qualche consiglio.
Dimostrare concretamente il proprio “valore” è il primo passo per negoziare un aumento di stipendio. È necessario che il datore di lavoro capisca perché vi meritate questo sforzo in più da parte sua.
Che cosa avete fatto per contribuire al successo globale della società?
Se il vostro responsabile riconosce il vostro contributo all’azienda ma non riesce a concedervi un aumento in questo momento, chiedete che vi lasci un documento scritto che attesti una revisione salariale dopo un periodo di tempo ragionevole.
Se proprio non c’è verso, pensate a cosa altro potrebbe costituire una “ricompensa” per voi. Andate oltre. Ci sono delle cose che l’azienda potrebbe essere in grado di offrirvi, che potrebbero fare la differenza per la vostra vita professionale (orari di lavoro flessibili, la possibilità di lavorare da casa un giorno a settimana, le convenzioni aziendali…).
Inoltre, bisogna valutare se assumere maggiori responsabilità può essere una ricompensa.
Magari non otterrete un aumento per ora, ma potreste esservi ben posizionati per un’eventuale promozione, in cui il quadro economico andrà sicuramente a migliorare.