Quando si parla di spread, è bene fare un doveroso distinguo tra
SPREAD BTP italiani -Bund tedeschi
Rappresenta la differenza tra i tassi di interesse dei titoli di Stato italiani (BTP) collocati sul mercato primario rispetto ai titoli equivalenti tedeschi (BUND decennali).
In sostanza, i titoli di stato tedeschi rappresentano la “cartina al tornasole” del rischio dell’economia italiana (e comunitaria).
Quanto più elevato è il rischio economico-finanziario del nostro Paese, tanto più alto è il tasso di interesse che gli investitori istituzionali chiedono sul nostro debito pubblico.
Nelle ultime settimane lo spread è sceso a 350 pb (punti base, ossia, a 3,50%) dalla cima dei 570 pb.
E nell’ultima asta dei titoli di Stato, il tasso spuntato è sceso intorno al 5% (da quasi il 7,5%).
Perciò, il nostro Paese è valutato meno rischioso rispetto alla capacità di ripagare il suo debito.
SPREAD bancario
Rappresenta la differenza tra il tasso applicato dalle banche alla propria clientela ed il tasso corrisposto dalle banche nel finanziamento nel mercato interbancario.
In pratica, le banche lucrano sull’intermediazione tra i tassi: si finanziano ad un tasso e finanziano ad un tasso più elevato.
La misura dello spread è legata al rischio di credito valutato dal ceto bancario secondo le recenti regole di Basilea2 (oggi si parla già di Basilea3).
Sostanzialmente, le banche devono mettere a riserva una percentuale calcolata sugli impieghi (con Basilea1 era dell’8%) che oggi si calcola ponderata al rischio: più è rischioso un finanziamento, più metto a riserva e, quindi, più è elevato il tasso applicato.